giovedì 18 aprile 2024

SISTEMA IMPRESA

17-07-2017

Agrimeccanica, settant’anni al servizio dell’agricoltura

Sergio Bassoricci: «Esperienza e continua innovazione con un occhio di riguardo all’ambiente sono i punti di forza della nostra impresa».




Settant’anni di storia. Un punto di riferimento nel settore della meccanica industriale, con particolare riferimento al settore dell’agricoltura. Agrimeccanica progetta, realizza e vende impianti industriali, ad oggi non solo per l’agricoltura, che soddisfano varie esigenze, come per esempio sistemi idraulici per il sollevamento e la movimentazione, ma anche collegamenti di linee di produzione automatizzati.

Azienda leader su tutto il territorio nazionale e forte anche all’estero, Agrimeccanica non ha mai smesso di innovarsi e crescere. Oggi conta una quindicina di dipendenti e 1.600.000 euro di fatturato. Agrimeccanica rientra a pieno titolo tra le micro imprese italiane che caratterizzano il nostro paese in cui esperienza, gestione famigliare e altissima professionalità fanno la differenza. Ne abbiamo parlato con Sergio Bassoricci, titolare dell’azienda, fondata dal nonno Vittorio all’inizio degli anni ’50.

 

 Ci racconti in breve la storia della sua attività

«Agrimeccanica è un’azienda che da 70 anni si occupa di prodotti per l’agricoltura ad elevato contenuto tecnologico, innovativi e all’avanguardia. Fondata nel 1947 da mio nonno Vittorio, ingegnere meccanico, e successivamente portata avanti da mio padre Edoardo e dal sottoscritto, Agrimeccanica è un’azienda che progetta, realizza e vende impianti industriali, ad oggi non solo per l’agricoltura, che soddisfano varie esigenze, come per esempio sistemi idraulici per il sollevamento e la movimentazione, ma anche collegamenti di linee di produzione automatizzati.

Negli ultimi anni Agrimeccanica ha progettato e sviluppato un’interessante tecnologia basata sul processo di pirolisi realizzando un impianto pirolitico a biomasse. Per pirolisi intendiamo il processo di decomposizione termochimica di materiali organici ottenuto mediante l’applicazione di calore e in completa assenza di ossigeno che porta alla sintesi di prodotti (solidi, liquidi o gassosi) combustibili. In altre parole, con il tempo siamo riusciti a ridurre grazie a questi processi, l’impatto ambientale relativo allo smaltimento e l’eliminazione dei rifiuti in quanto, trattandosi di carbone vegetale, l’emissione di Co2 è nulla»

 

 

Quali sono le caratteristiche principali della vostra azienda?

Sono due i termini che sinteticamente sceglierei per identificare l’azienda: esperienza e precisione. Ad oggi ci occupiamo sia di carpenteria metallica, lavorando prevalentemente ferro, acciaio e carbonio, sia della realizzazione di macchine finite. Tutto ciò sia in Italia che all’estero. Ad oggi siamo sostenuti da 14 dipendenti fedelissimi e possediamo un fatturato che si aggira intorno al 1.600.000 euro.

 

 

Le vostre prospettive per il futuro?

«E’ molto difficile fare delle previsioni e avere quindi delle prospettive ben delineate al momento. Sono però sicuro nel poter affermare che l’intento della nostra azienda è quello di avanzare nel nostro settore, di progredire e soprattutto di trasmettere la conoscenza di ciò che realizziamo a chi ancora ignora i nostri progetti. Crediamo che costanza e pazienza siano le caratteristiche necessarie per la realizzazione di grandi progetti laddove la competenza è appurata».

 

Un imprenditore come lei come vede la situazione italiana sul piano della situazione economica e del rapporto tra le imprese?

«A tale riguardo potremmo aprire un lunghissimo capitolo. Per quanto riguarda la situazione economica attuale credo che i numeri parlino da sé. Stiamo vivendo infatti un aumento del fatturato in molti settori, seppur talvolta di dimensioni ridotte; qualcosa sta lentamente cambiando. Purtroppo, da una parte la nostra legislazione (di difficile comprensione, cavillosa, ma soprattutto lenta) e dall’altra il mancato dialogo tra datore di lavoro e dipendente, non aiutano di certo ad avere il coraggio necessario di fare, la voglia di investire e sperimentare ed in particolare di buttarsi completamente nel mercato estero. Come azienda noto inoltre che anche il livello bancario esistono svariate problematiche in quanto non siamo ancora del tutto uniformati al modello esistente nel resto dei paesi in questione. A tal proposito è sempre più frequente la necessità di appoggiarsi a strutture in loco che chiaramente non si conoscono e come unico risultato quello di avere molte meno garanzie rispetto a quelle che avremmo avuto affidandoci a banche italiane».

 

 

Focus su un’operazione recente dell’azienda 

«Crediamo sia necessario concentrarsi sul far conoscere le potenzialità del biochar, ovvero del carbone vegetale che si ottiene dalla pirolisi di diversi tipi di biomassa vegetale come già accennato. Ad oggi anche la NASA sostiene che sia uno strumento realmente in grado di sequestrare in maniera definitiva il carbonfossile dall’atmosfera. In pochi sanno, tra l’altro, che nonostante in Italia sia un prodotto nuovo, in Europa è già nella direttiva fertilizzanti anche se purtroppo al momento non esistono ancora delle normative che ne legiferino l’implementazione. A livello di tecnologia riteniamo, con estrema modestia, di aver superato importanti gap, per quanto invece riguarda conoscenza e legislazione ritengo che l’Italia abbia ancora molto terreno su cui operare. E’ necessario quindi fare comprendere quanto l’utilizzo del biochar possa essere ad ampio spettro. Siamo nella direzione giusta ed è per questo che sono convinto che saremo in grado di creare un modello di business tutto nuovo» 

 

 

Ci parli dell’ultimo vostro successo in ordine temporale

«Per me si può parlare di successo quando ricevo richieste di partecipazione a convegni atti a spiegare, non solo i meccanismi della mia azienda, bensì anche le capacità e le potenzialità su cui essa stessa si basa. Di recente ho avuto la possibilità di presenziare ad un proficuo convegno a Pomarico, in provincia di Matera e, ad essere sincero, mi ha inorgoglito sapere che le informazioni stanno iniziando finalmente a muoversi. Io ci credo e sto constatando di non essere solo»

 

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