venerdì 19 aprile 2024

SISTEMA IMPRESA

01-04-2019

«Servono nuovi canali per sostenere l'export delle nostre Pmi»

Accordo Italia – Cina: sì delle imprese. Cautela su telecomunicazioni e infrastrutture.




«La posizione delle imprese nostre associate rispetto all'adesione dell'Italia alla Nuova via della Seta, è frastagliata ma principalmente favorevole purché si rispettino una serie di condizioni, da quelle di reciprocità a quella di evitare lo strappo con l'Europa e gli Stati Uniti» racconta Berlino Tazza, presidente di Sistema Impresa.

 

«Il mercato cinese rappresenta per i suoi numeri una grande opportunità per le nostre imprese che hanno un’impellente e nota necessità di esportare. Il risaputo interesse dell’Asia per il Made in Italy, in particolare per i prodotti tessili, alimentari e dell’artigianato, rappresenta un’ulteriore motivo per investire all’estero» commenta Tazza.

 

«Il richiamo all’Italia di Angela Merkel e Emmanuel Macron al rispetto dell’unità dell’Unione Europea, secondo i quali il Memorandum di Roma con Pechino sulla Nuova via della seta “comprometterebbe una posizione unitaria da parte dell’UE nelle relazioni economiche con la Cina” non solo non è chiaro ma sarebbe in contrapposizione all’agire di Francia e Germania. Il China Daily ha diffuso dei dati secondo i quali nel 2017 l’interscambio commerciale Francia - Cina ha raggiunto i 54,6 miliardi di dollari, il 15,4 % in più rispetto al 2016 e nel 2018 è salito ancora attestandosi intorno al 45,62%. Nel gennaio 2018, inoltre, Macron si è recato in Cina e ha siglato 20 accordi economici, commerciali e infrastrutturali. E ancora nel 2016, la Cina diventa il primo partner commerciale della Germania. L’interscambio della Germania con la Cina ha raggiunto i 170 miliardi di euro (fonte IlSole24Ore). Allo stesso modo l’Italia può, come stato membro dell’UE, co-partecipare alla stesura degli accordi delle relazioni economiche europee con il gigante asiatico e contestualmente proseguire nel dialogo individuale con la Cina proprio perché tali accordi le sono indispensabili per aprire nuovi canali finalizzati a sostenere l'export delle micro, piccole e medie imprese. Condivido dunque la necessità di non fare uno strappo, all'interno del quadro europeo e di mantenere i rapporti stabili con i nostri partner storici. Ma si deve andare avanti con i progetti congiunti inseriti nel Memorandum  proprio perché finalizzati a potenziare le collaborazioni industriali e agevolare, quindi, le forniture in quei mercati delle imprese italiane».

 

E ribadisce Tazza: «Per quanto riguarda il nodo delle telecomunicazioni e delle infrastrutture strategiche portuali e ferroviarie, oggetto di discussioni politiche di questi giorni, non esistono oggi accordi espliciti o modalità di finanziamento dichiarate tali da poter commentare. È chiaro che la tematica è estremamente delicata e l’Italia dovrà tenere una posizione consona che sia espressione della sua individualità nazionale che collettiva come stato membro dell’UE». 

 

E aggiunge Tazza: «È chiaro che servono degli accorgimenti. Il monitoraggio costante delle intese siglate è il miglior modo di prevenire eventuali rischi, sempre. È bene sottolineare che tra gli obiettivi e i principi guida della collaborazione bilaterale le parti si impegnano a lavorare allo sviluppo di una più profonda fiducia reciproca e una collaborazione di mutuo vantaggio nel rispetto delle rispettive leggi e in conformità ai rispettivi obblighi internazionali.  Per i settori che Sistema Impresa prioritariamente rappresenta è fondamentale l’accordo su commercio e connettività people-to-people. Nel primo caso l’accordo prevede che Italia e Cina si adoperino ad accrescere investimenti e flussi di commercio in entrambe le direzioni e nei mercati di Paesi terzi. Un’opportunità per molte della nostre micro e piccole imprese che faticano a reggere sul mercato solo con la domanda interna e che meritano, proprio per la qualità dei prodotti, di trovare altri canali. È chiaro che dobbiamo prestare particolare attenzione per non trasformare l'Europa in un continente di consumatori che comprano solo prodotti cinesi. Nel secondo caso, ovvero quello della connettività, l’intesa prevede lo sviluppo della rete delle città gemellate, la valorizzazione dei siti UNESCO, la promozione della cultura italiana in senso generale e specifico su tematiche in cui il nostro Paese eccelle, anche tra università.  In tal senso posso solo considerare i vantaggi che il nostro Paese può trarne in termini di sviluppo attrattivo e turistico».

 

 

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