sabato 27 aprile 2024

SISTEMA IMPRESA

11-02-2014

Referendum Svizzera, vince il sì: introdurre tetto all’immigrazione

Tazza: «Se fosse fatto in Italia potremmo riscontrare delle sorprese anche noi»




L’Elettorato elvetico si è spaccato sulla libertà di circolazione delle persone: l'approvazione della proposta dell'ultradestra è passata con il 50,3% dei voti. A schierarsi a favore un totale di 17 cantoni, tra cui il Ticino con la più alta percentuale di Sì (68,17%). Nove i cantoni contrari.

 

Reazioni

La notizia ha scatenato reazioni in tutta Europa.

In modo particolare sono preoccupati i frontalieri: sono circa 65 mila gli italiani che ogni giorno varcano il confine per andare a lavorare in Svizzera. 145 mila i francesi e 57 mila i tedeschi.

L’Ue è preoccupata sia per le conseguenze a livello giuridico che a livello politico.

 


Gli aspetti giuridici

I cittadini svizzeri hanno di fatto bocciato il Trattato sulla libera circolazione delle persone firmato con l'Unione europea e in vigore dal 2002.

La Svizzera ha firmato 17 accordi con l’Europa. Di questi, 7 sono relativi alla libera circolazione di persone, agevolazioni sul fronte delle merci, i trasporti aerei e terrestri, l’agricoltura, la ricerca scientifica, la fornitura alla pubblica amministrazione pubblica.

Gli accordi prevedono la clausola ghigliottina, secondo la quale non si può indietreggiare da uno dei sette accordi senza recedere automaticamente anche dagli altri. Tradotto significa che, facendo saltare l'accordo, Berna rischia di essere esclusa dai programmi di ricerca finanziati dell'Europa e anche dagli accordi commerciali bilaterali sottoscritti dai 28 Paesi Ue che regolano le norme per l'ingresso delle merci.

Ora il consiglio federale è chiamato a rinegoziare gli accordi.

 

Gli aspetti politici

La preoccupazione più diffusa è quella dell’effetto domino: il caso Svizzera va a toccare uno dei capitoli caldi e al contempo dei capisaldi dell’Ue: il diritto di libera circolazione dei cittadini.

Un referendum, dunque, destinato a sollevare discussioni e riflessioni in tutti i Paesi membri.

 

 

 

 

 

 

 

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