giovedì 18 aprile 2024

SISTEMA IMPRESA

23-02-2017

Impresa Edile Corna

Parla l'imprenditore Giuseppe Corna: «Così ho superato la crisi del settore, puntando su aree industriali e export»




L’impresa Edile Corna Giuseppe rappresenta il prototipo di piccola impresa italiana a conduzione famigliare, tipica del tessuto economico del Paese costituito per il 94% da micro e piccole realtà.

L’impresa edile Corna è attualmente una delle principali imprese edili della provincia di Cremona in ambito di riqualificazione di aree industriali e di costruzioni civili. Conta 15 dipendenti e diversi collaboratori. Al suo attivo ci sono esperienze determinanti per la storia economica del territorio cremasco come la riqualificazione dell’ex area Olivetti, la creazione delle aree industriali di Ripalta Cremasca e di Quintano oltre che numerose costruzioni civili nei principali comuni del territorio.

Giuseppe Corna, titolare dell’omonima impresa, comincia la sua attività all’inizio degli anni ’80, in un periodo economico difficile. Fonda la sua impresa, studia e sceglie un ambito di intervento come prioritario. La sua storia è la storia di tanti imprenditori italiani che con coraggio hanno investito nelle proprie capacità e ci hanno creduto fino in fondo.

 

Sig. Corna, ci racconti la sua storia di imprenditore. Come ha cominciato?

«Era l’estate del 1976, avevo 15 anni quando ho cominciato a lavorare per la ditta Bernardoni Arpini come manovale. Ho passato tre mesi a fare manutenzione all’Olivetti e a litigare con i miei genitori che non approvavano la mia scelta: la famiglia voleva per me un percorso diverso. Eppure il lavoro di muratore mi piaceva. Molto. Mi dava un sacco di soddisfazione. Quindi ho deciso di fare di testa mia». Corna è stato assunto dopo l’estate ed ha passato i successivi 6 anni ad imparare il mestiere, passando attraverso le fasi fondamentali della mansione: «Ho cominciato come manovale, poi ho fatto il muratore. Sono diventato operaio specializzato e infine capocantiere. Sono convinto che per essere un professionista si debba conoscere tutto del proprio lavoro e l’unico modo per farlo è partire dal basso. Nel 1982 ho ritenuto che i tempi fossero maturi e ho deciso di mettermi in proprio. Mi sono dunque iscritto all’Associazione libera artigiani e ho aperto la mia attività: l’Impresa Edile Corna Giuseppe. Dovevo molto ai miei datori di lavoro, per questo sono stato corretto ed ho continuato a lavorare per loro come ditta individuale concedendogli il tempo di trovare chi mi avrebbe sostituito».

 

I tempi erano maturi. Perché? Su cosa si basava questa sua convinzione?

 «Innanzitutto avevo maturato la consapevolezza di aver imparato bene a fare il mio mestiere. Poi avevo capito tre cose determinanti, che anche in futuro mi sarebbero state utili: l’importanza della gavetta; l’onestà con cui mi avevano insegnato il mestiere i colleghi e i miei datori di lavoro; la necessità di seguire sempre il mio istinto».

 

Dunque era pronto?

«Si lo ero. Il tempo e i fatti  mi hanno dato ragione. Anche se, fin da subito, ho dovuto affrontare difficoltà e fare i conti con i rischi che deve correre chi decide di fare il mio mestiere. La storia dell’acquisto del mio primo furgone è significativa: decisi di comprarne uno utilizzando il prestito agevolato dell’ArtigianCassa. Mi sembrava un affare fattibile e semplice. Così mi recai in concessionaria per comperare un Ford Transit. Feci la spesa. Pochi giorni dopo, però, mi comunicarono che l’istituto non avrebbe più destinato fondi agli imprenditori per l’acquisto di attrezzature. Cosa potevo fare? Con l’incoscienza dei miei 22 anni o con il coraggio necessario a fare questo lavoro ho firmato le mie prime – e ultime - cambiali ed ho avviato la mia attività».

Attività che, già dopo un anno, contava 3 dipendenti, diversi collaboratori e che aveva “guadagnato” la manutenzione del comune di Crema e la costruzione di tre ville a Ombriano.

  

E poi?

«E poi ho ricominciato a studiare e mi sono diplomato come geometra. La richiesta di interventi è cresciuta sempre più. Oltre alla professionalità, sono convinto che anche la fortuna giochi un ruolo determinante in questo settore. Il buon giro di affari mi ha permesso di aumentare i mezzi e gli strumenti adeguati per svolgere sempre al meglio e nel minor tempo possibile le commissioni. Il segreto sta poi nell’aggiornarsi di continuo e non stare mai fermi. Nel 1998, con alcuni soci abbiamo fondato La Nuova Crocetta, immobiliare che si occupa di comprare aree - su cui poi L’Impresa Edile Corna costruisce - e vendere le costruzioni a ditte o privati. Infine nel 2002 ho deciso di fondare una nuova società con un mio carissimo amico, Tiziano Ricci, la CR Transport, specializzata nel settore metalmeccanico, che si occupa prevalentemente di movimentazione industriale e del trasporto di macchinari industriali, macchine utensili, serbatoi, presse con trasporti eccezionali. Oggi la CR Transport è diventata una bella realtà, ha 6 dipendenti e lavora per diverse imprese note anche a livello nazionale». 

 

Cosa è stato determinante nella sua attività?

«E’ stato determinante l’incontro con mia moglie: Nadia Mauri. Eravamo fidanzati quando ho cominciato a condividere con lei sogni e progetti. Ho trovato in Nadia una compagna di vita che mi ha appoggiato nelle scelte più ardue e sostenuto nei momenti di difficoltà. Nadia è entrata proprio nel vivo della mia attività, fin dall’inizio: ha cominciato a tenere la contabilità della nascente impresa e oggi è responsabile della direzione amministrativa. Mi ricordo ancora quando alla Fiera di Milano mi ha spinto ad investire nell’acquisto della prima gru. Si trattava di un investimento ingente, a soli due anni dall’inizio della mia attività. Un rischio che lei mi ha convinto a correre.

Altrettanto importante è stato l’avvicinarmi al mondo associativo Asvicom. L’adesione ad un’associazione di categoria è importante: ti permette di non essere mai solo, di poter sempre chiedere pareri a professionisti, di capire come sta andando il tuo settore nel territorio e di condividere le tue problematiche allo scopo di essere poi rappresentato con le istituzioni. Senza parlare del ruolo decisivo che ha il confidi per gli imprenditori, che presta garanzie ai soci per agevolare le imprese nell'accesso ai finanziamenti, a breve medio e lungo termine».

Oggi Giuseppe Corna è vice presidente del confidi Fidicom-Avifidi-Antali, il confidi più rappresentativo del mondo del commercio in provincia.

 

La sua storia è fatta di duro lavoro ma anche di ricavi e di successivi investimenti. Termini che oggi non sembrano più tanto plausibili.  Come sta vivendo un professionista come lei questo grave momento di crisi?

«Il momento è drammatico, il più difficile che io ricordi. Per tutti, anche per la mia impresa. E’ necessario sangue freddo e sapere a chi rivolgersi.  Le associazioni di categoria con i loro strumenti possono rappresentare l’àncora a cui aggrapparsi. A maggior ragione in un momento critico come questo. La prima necessità per le imprese è rappresentata dalla liquidità. Nel corso del 2012 sono state 350 le imprese che si sono rivolte al confidi Fidicom - Asvifidi - Antali. Nel ruolo di vice presidente mi capita spesso di sentire le storie di imprenditori arrabbiati o delusi con le banche che spesso, nonostante le garanzie concesse dal confidi, non accettano le richieste di finanziamento. In questo ultimo anno ho avvertito una forte tensione sociale che vivo in doppia veste: come vice presidente, perché mi rammarico quando l’istituto di credito non accetta la richiesta e come imprenditore, perché so che quel “no” potrebbe essere rivolto alla mia attività. Il consiglio di amministrazione del confidi fa il possibile per aiutare le aziende in difficoltà ma la restrizione del credito da parte delle banche, purtroppo, è inesorabile».

 

Cosa vuol dire essere un imprenditore?

«Significa avere delle grandi responsabilità. La prima nei confronti dei dipendenti e delle loro famiglie. La seconda nei confronti dei committenti. La terza nei confronti di te stesso: diventa essenziale dosare coraggio e cautela, avere nervi saldi per capire quando è il momento di rischiare e quando invece è il momento di fermarsi a riflettere. Ma soprattutto ritengo sia fondamentale ricordarsi che non si finisce mai di imparare, anche dal prossimo.  E che l’unico modo per non cadere è tenersi costantemente aggiornati. Il motto potrebbe essere: preparati e ambiziosi ma allo stesso tempo umili e rispettosi».

 

Cosa si sente di suggerire alle nuove generazioni?

«Un dogma: non esiste il successo facile. E’ determinante passare da un periodo di gavetta che ti insegni il mestiere e affiancare sempre la formazione alla professione. Questo lungo percorso, a mio modo di vedere, deve durare tutta la vita. Mi auguro di essere riuscito a trasmettere questo tipo di approccio a mio figlio Luca che, dopo esser diventato geometra, si sta inserendo in azienda, a partire dai cantieri». Corna sta curando il passaggio generazionale della sua impresa ma prima di dare in mano al figlio la gestione dell’azienda vuole assicurarsi che faccia un percorso adeguato, partendo dal basso. «Deve imparare bene il mestiere e avvicinarsi pian piano a tutte le problematiche che il mondo dell’edilizia presenta. Oggi è tutto molto più complicato, non si può rischiare di farsi trovare impreparati».

 

 

Che consiglio pratico si sente di dare ai giovani che vogliono intraprendere?

Tre i consigli essenziali che mi sento di dare:

Uno. Tenetevi sempre aggiornati, non si finisce mai di imparare.

Due. Utilizzate internet e la tecnologia. Fate rete con altri imprenditori. Solo così starete al passo con i tempi.

Tre. Frequentate le associazioni di categoria, hanno le risposte ai vostri problemi.

 

  • ebiten nazionale
  • formazienda
  • fidicom asvifidi
  • fondo di assistenza sanitaria