venerdì 19 aprile 2024

SISTEMA IMPRESA

11-03-2014

Renzi scoppia la polemica su formazione e sindacati

Tazza: «Investire in competenze e formazione per la ripresa del Paese»




Il neo premier Matteo Renzi ritorna, a due settimane dal giuramento come Presidente del Consiglio, nella trasmissione di Fabio Fazio ‘Che Tempo Che Fa’. Nella lunga intervista,  in prima serata su RaiTre, l’ex sindaco di Firenze ha risposto a domande specifiche, esponendo i suoi progetti politici in merito a nuova legge elettorale, edilizia scolastica, riduzione del cuneo fiscale, parità di genere, abolizione del Senato, Beni culturali e politiche estere.

 

Matteo Renzi sul tema lavoro


Fra le misure previste dal nuovo governo, infatti, Renzi annovera anche quelle relative a disoccupazione e lavoro.

Durante la trasmissione il Premier parla dell’assegno per la disoccupazione che per i primi due anni concede il diritto ad avere soldi, che vanno via via scemando, in cambio di un impegno con la comunità. Nello specifico, pur riconoscendo il probabile parere contrario dei sindacati, parla di seguire un corso di formazione serio, svolgendo lavori in comune o simili.

Secondo il Jobs Act targato Governo Renzi, il nuovo sussidio di disoccupazione universale dovrebbe corrispondere a 1.000-1.200 euro nei primi sei mesi, per poi ridursi progressivamente fino a 700 euro nei mesi successivi. Dovrebbe inoltre nascere una Agenzia Unica Federale con il compito di coordinare e indirizzare i centri per l’impiego, la formazione e l’erogazione degli ammortizzatori sociali.

Renzi risponde poi alle critiche ricevute dai sindacati, dicendo che ascolterà tutti, non pensando alle associazioni di categoria, ma alle famiglie e alle imprese che hanno problemi reali. Polemizza, infine, sul ruolo svolto dai sindacati negli ultimi 20 anni.

 

Il commento del presidente Tazza


«Come presidente di una confederazione nazionale, mi sento di dissentire su quanto detto dal Premier in merito alle associazioni di categoria che, invece, hanno dimostrato e dimostrano ogni giorno di avere a cuore i problemi di imprese e famiglie. Le associazioni sindacali conoscono i problemi delle PMI e restituiscono un’immagine reale del Paese. Il loro ruolo viene maggiormente suggellato dalla presenza di strumenti che sostengono efficacemente la competitività delle imprese, mi riferisco prioritariamente ai fondi interprofessionali che si occupano di formazione continua e che oggi rappresentano uno strumento formidabile e maturo. La formazione è uno strumento da potenziare, su cui investire e a cui affidarsi per sviluppare maggiori competenze e competitività. Un secondo strumento delle associazioni è rappresentato dal sistema di confidi in mancanza dei quali l’accesso al credito e la liquidità sarebbe difficile per le imprese. Fondamentale, quindi, il ruolo delle organizzazioni sindacali nel panorama delle politiche attive del lavoro e del credito, che inquadrano il mondo lavorativo con contratti collettivi più innovativi e che aiutano le varie categorie nel quotidiano. È impensabile rinunciare a queste concrete esperienze che danno sostegno a imprese e lavoratori. Meglio, dunque, il confronto fra Organizzazioni sindacali e Governo per giungere a soluzioni e adottare misure che riescano a riportare la realtà imprenditoriale fuori dalla crisi».

 

 

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