SISTEMA IMPRESA
24-06-2013
Il Consiglio dei Ministri vara il “Decreto Fare”
Tazza: «Un intervento che stimolerà l'economia. Ora si riduca la pressione fiscale»
Il Consiglio dei Ministri ha approvato il “Decreto Fare”, un decreto legge recante misure urgenti in materia di crescita del sistema paese. Il Decreto n. 69 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale venerdì 21 giugno 2013. Si tratta di ottanta misure per rilanciare l’economia «perché gli italiani che vogliono fare possano rilanciare il nostro Paese attraverso un cambiamento profondo delle politiche, anche in Europa» ha dichiarato il Presidente del Consiglio, Enrico Letta. La missione fondamentale del cosiddetto Governo al servizio dell'Italia e dell'Europa sembra chiara: agire con tempestività e in profondità.
Berlino Tazza, Presidente di Sistema Commercio e Impresa, ci offre uno spunto di analisi.
Presidente Tazza, quali sono le misure del decreto legge che toccano più da vicino le imprese?
«Le misure che coinvolgono direttamente le imprese sono di assoluto rilievo: il rafforzamento del Fondo di garanzia, che semplifica l’accesso al credito per le piccole e medie imprese, consente ad una platea molto più ampia di soggetti di beneficiarne. Questa misura rappresenta una vera e propria boccata d’ossigeno per le imprese il cui problema prioritario, in questo grave periodo di congiuntura economica, resta l’accesso al credito. Non solo: saranno messi a disposizione 5 miliardi di euro per le imprese che vorranno investire in macchinari, impianti e attrezzature ad uso produttivo: un giusto intervento per stimolare la crescita, andando ad incentivare le imprese a investire nell'ammodernamento degli impianti, dopo un lungo periodo di sostanziale congelamento del mercato interno».
Il Decreto Fare contiene anche spunti innovativi per superare l’attuale momento di crisi?
«In un momento storico particolarmente critico, in cui la crisi economica e dei consumi ha colpito tutti i comparti, si preme l’acceleratore anche sulla tecnologia. E' prevista infatti la liberalizzazione dell’accesso a Internet, come avviene già in altri paesi europei: il web, dunque, come strumento per superare la crisi, un canale fondamentale per fare innovazione e internazionalizzazione».
Presidente, vede con favore una sospensione dell'aumento dell’Iva?
«Bisogna puntare alla riduzione della pressione fiscale. La sospensione dell'aumento dell'Iva sarebbe già un passo avanti. Aumentare l’imposta sul valore aggiunto apparirebbe come una misura depressiva dei consumi, già in evidente stato di grave stagnazione. Ribadisco il mio no anche all’aumento della tassa su rifiuti e servizi: sarebbe un’ulteriore zavorra allo sviluppo delle imprese. Ciò che risulta importante è una riduzione del carico fiscale a imprese e famiglie: alle prime per non minare la loro permanenza sul mercato, alle seconde per ridare un reddito da destinare a consumi interni da troppo tempo fermi.