domenica 26 maggio 2024

ASVICOM CREMONA

17-01-2017

Gran Rondò. «I commercianti vanno ricompensati»

All’Ipercoop arriva Euronics. Maxi intervento da 6mila metri quadrati. Tazza, Asvicom: «Le conseguenze saranno pesanti per i piccoli esercizi se non si discute di un serio e concreto piano di rilancio del commercio. Parte degli oneri di urbanizzazione




Ampliamento dell’area Gran Rondò. Berlino Tazza, presidente di Asvicom Cremona, contrario all’intervento, propone di dialogare con la grande distruzione e chiede all’amministrazione di trovare soluzioni compensative per i piccoli commercianti che di certo non beneficeranno dell’arrivo di Euronics in aggiunta al polo Coop.

«Il maxi intervento al Gran rondò porterà ulteriori difficoltà ad uno dei settori già duramente colpiti dalla crisi. Lo avevamo detto all’epoca della variante al pgt che avrebbero consentito l’apertura di ben 13 medie strutture di vendite da 2.500 metri quadrati ciascuna e sulla quale Asvicom espresse la sua contrarietà. Per questo, a cose fatte, proponiamo almeno che una parte delle risorse provenienti dagli oneri di urbanizzazione vengano destinate al rilancio del centro commerciale naturale della città».

«I 2.500 metri quadrati di Euronics che sorgeranno ad est dell’attuale centro commerciale e che potranno godere di un nuovo parcheggio per un estensione complessiva di 6mila metri quadri arriva nel momento in cui gli esercenti del centro e dei quartieri arrancano sotto i colpi di una crisi che seguita a mordere. Il Comune non ha messo in campo strategie proprie e adeguate «che possano compensare i commercianti, soggetti da troppo tempo all’invadenza di una grande distribuzione che non ha mai incontrato politiche di equità» commenta Tazza. «E’ tempo di farlo». L’intervista.

Presidente, in gioco c’è molto…

Di fatto, si sta verificando uno spostamento dell’asse di attrazione commerciale dal centro storico alla periferia, con indiscussi vantaggi per la grande distribuzione. Gronda nord, pompa bianca, ora ampliamento dell’area commerciale e annesso nuovo parcheggio. Tutto orchestrato per costruire una comoda ed efficiente area commerciale alle porte della città. Che i centri commerciali oggi rappresentino la scelta prioritaria di molti consumatori non è certo una novità: l’utente trova ogni negozio, al caldo o al fresco, parcheggio comodo, intrattenimenti per bimbi, promozioni e servizi di ogni genere. Basta leggere dati e statistiche: soprattutto nell’interland delle grandi città metropolitane esistono solo grandi agglomerati commerciali, mentre i centri urbani sono inesistenti. Cremona rappresenta un esempio significativo da questo punto di vista: centro storico isolato e periferia arricchita dalla presenza di insediamenti commerciali sempre più grandi, organizzati e attrattivi. Peccato però che Cremona, a differenza di Paullo, Pantigliate, San Giuliano, oltre ad essere capoluogo di provincia, sia una delle più belle città della Lombardia. Crema ha sempre rappresentato un’eccezione. Dotata di un accogliente e vivace centro storico, la nostra città ha da anni vissuto in equilibrio anche con la grande distribuzione, con la quale è vitale saper convivere e condividere strategie, per il bene di entrambe le parti. Questo rapporto sta venendo meno a discapito del centro storico. Si deve intervenire se non si vuole che Crema faccia la fine del salotto di Cremona, impoverito proprio dal proliferare di zone commerciali periferiche ad alta attrazione.

Quindi una nuova batosta per i commercianti del centro?

Il nuovo ampliamento metterà i commercianti in ulteriore difficoltà. Rendere molto più attrattivo e ricco di servizi il centro commerciale significa determinare la chiusura di molti negozi e la conseguente desertificazione del centro storico. Da tempo assistiamo al continuo turn over e al proliferare di franchising nelle principali vie. A questo dobbiamo aggiungere l’andamento negativo dei primi giorni di saldi e lo shopping natalizio non proprio brillante. Tutti dati che testimoniano il destino amaro a cui è indirizzato il salotto della città se non si interviene in maniera decisa e innovativa. Azioni che l’amministrazione già avrebbe dovuto considerare ma che non ha mai nemmeno preso in considerazione. Cosa ha fatto in questi anni la giunta Bonaldi a sostegno dei commercianti e per la valorizzazione delle vie del centro? Ben poco.

Cosa avrebbe potuto o dovuto fare l’amministrazione?

Ad esempio incaricare un centro studi universitario di effettuare un’indagine che approfondisse l’impatto che l’allargamento dell’area commerciale avrebbe sul centro storico. Poi discutere e trovare un compromesso all’eventuale decisione. La grande distribuzione non è da demonizzare, ma occorre sedersi ad un tavolo e trovare soluzioni che possano portare benefici ad entrambi, piccoli e grandi.

Per quanto riguarda la valorizzazione del centro, invece, in questi anni l’amministrazione avrebbe senz’altro potuto fare di più. Convocare con costanza e regolarità il Distretto Urbano del Commercio (DUC) e la relativa cabina di regia affinché potessero essere sfruttate appieno le opportunità della Regione per il settore, potessero essere calendarizzati eventi o azioni di recupero a sostegno del centro, potessero nascere dialoghi costruttivi e idee innovative per rilanciare le zone da salvaguardare. Invece negli ultimi due anni il DUC sarà stato convocato 5 volte, sempre su nostra sollecitazione. La media auspicabile sarebbe almeno una volta al mese. Il Duc, è bene ricordare, è stato istituito proprio con la finalità di discutere le strategie di attrazione commerciale e turistica della città,  per programmare gli interventi mirati alla  valorizzazione di quel che c’è o di quel che potrebbe esserci, magari cogliendo anche le opportunità fornite da attori esterni.

Senza parlare poi delle risorse messe a budget dall’amministrazione per sostenere eventi e riqualificazioni a favore del commercio: inesistenti.

Asvicom cosa propone?

Nel caso specifico dell’ampliamento del Gran Rondò ci auguriamo che l’amministrazione corregga il tiro destinando gli oneri di urbanizzazione che ne derivano alla riqualificazione del centro per mezzo di azioni volte a rivitalizzarne la frequentazione.

Asvicom si è sempre spesa per potenziare l’attrattività del centro: ha ideato e organizzato format di marketing territoriale, eventi come Crema in una notte sono capaci di portare in città migliaia di visitatori; ha intercettato risorse atte riqualificare la zona come ad esempio la sollecitazione rivolta al Comune di Crema per partecipare al Bando Sto@di Regione Lombardia;  ha valorizzato alcune realtà imprenditoriali che si sono meritate la nomina a negozio storico di Lombardia e i commercianti locali aumentando la visibilità di altri durante gli eventi; ha formato e propone di continuo corsi di aggiornamento per gli operatori del settore che desiderino stare al passo con i tempi; sostiene la necessità di creare un tavolo di confronto capace di far dialogare imprenditori, associazioni di categoria e , perché no, anche i responsabili dei centri commerciali principali al fine di cooperare per la sopravvivenza e per ritrovare un equilibrio che stenta e che è tutto a sfavore dei piccoli commercianti. Da tempo abbiamo ribadito la necessità di affidarci ad un centro studi universitario in grado di svolgere un’adeguata indagine che approfondisca in maniera scientifica l’impatto che la grande distribuzione ha sul nostro centro storico. Partendo da dati e misurazioni oggettive sarebbe più semplice ipotizzare risposte adeguate. Le opportunità ci sono. Ciò che sembra mancare è la volontà.

 

 

Quanto impatta un bel centro storico sulla vita della città?

Il centro storico gioca un ruolo determinante: non solo perché rappresenta il cuore pulsante della città, sia dal punto di vista economico che dal punto di vista culturale, ma anche perché funziona proprio da presidio sociale. Molti cittadini, anziani soprattutto,  sono abituati ad andare nella bottega sotto casa a fare la spesa, molti giovani si ritrovano nelle piazze per passare la serata nei locali del centro, molte famiglie scelgono il corso per passeggiare con i bimbi e guardare le vetrine. Più gente c’è in centro più la città è sicura. È lecito allora chiedersi quali siano le priorità dell’amministrazione e quale destino vuole riservare alla nostra bella città. Sarebbe opportuno preservarne le eccellenze e la particolarità – e il bel corso attrattivo e vivace è senz’altro un nostro punto di forza. Non considerarne sviluppo e prospettive significa impoverire, da ogni punto di vista. Questo rappresenterebbe senz’altro un grave errore

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